martedì 30 settembre 2008
Dialogo sulla crisi finanziaria del 2008
lunedì 29 settembre 2008
Prenderla con filosofia - parte 2
venerdì 26 settembre 2008
Prenderla con filosofia
giovedì 25 settembre 2008
Stati d'animo
Si può influire così negativamente sulla vita di un paese solo per la propria brama di potere? Evidentemente si.
giovedì 18 settembre 2008
Quando
e spegni la sveglia
prima ancora che suoni.
Quando semini e poi
ti dimentichi
di portare acqua.
Quando senti un profumo
nell’aria
e ti ricorda qualcosa
che subito sfuma
nell’aria calda dell’estate.
Quando avverti un dolore
sordo
e sottile
e lo inghiotti e vai avanti
perché, tanto,
non è abbastanza forte.
Quando rimani
a guardarti
nello specchio del bagno
a chiederti che ne sarà
dei sentimenti inespressi.
12 settembre 2008
martedì 16 settembre 2008
L’ultimo grande concerto in cielo... ciao Rick!
Pubblico questo bellissimo articolo di Marcello Mandarà, amico di filosofate sparse e profondo conoscitore della Musica (quella con la maiuscola), nonché... Gibba!
Molti di noi sono cresciuti con il sottofondo dei loro dischi più famosi in cameretta, da “The Wall” a “The Dark Side of the Moon”. Qualcuno di noi, come il sottoscritto, ne ha fatta negli anni una vera e propria passione, una malattia.
Ricordo ancora con una certa emozione il giorno in cui, avevo circa dodici anni, un amico più grande di me portò a casa uno strano disco (sì, all’epoca si usava ancora il vinile!) appena acquistato con la paghetta della promozione, tutto ricoperto da un cellophane nero: “Wish You Were Here” dei Pink Floyd!
All’epoca la mia cultura musicale si fermava a qualche cassetta di Battisti presa in prestito da mio padre e un paio di collezioni di “Mixage”, ovvero una poltiglia di musica commerciale anni 80 molto in voga tra gli adolescenti dell’epoca. Mi ricordo bene la sensazione provata nell’ascoltare i primi minuti di quel disco: fu quella di chi assiste ad una “rivelazione”, come se improvvisamente la realtà intorno prendesse tutto un altro significato, un altro aspetto. Penso che il mio amore per la musica abbia preso coscienza di se proprio in quel giorno.
Ho ascoltato e riascoltato negli anni, credo più di un centinaio di volte, quel disco e tutti gli altri dischi dei Pink Floyd. Solo di recente però ho realizzato quanto la magia di quelle musiche spesso sia stata possibile grazie al contributo fondamentale di quello che forse è sempre stato il personaggio più in ombra nel complesso circo di personalità Floydiane (dalle stranezze Barrettiane alle misantropie Watersiane). Sto parlando di Richard Wright, membro fondatore, autore e tastierista dei Pink Floyd.
Wright è inaspettatamente morto domenica scorsa, all’età di 65 anni.
Personalmente considero questo evento la “morte naturale” dei Pink Floyd (anche se la morte artistica a mio giudizio risale al 1979 con “The Wall”). Wright è stato, artisticamente parlando, il collante che ha dato a Gilmour e agli altri Floyd la possibilità di erigere quelle immense cattedrali sonore quali sono “Echoes” o “Shine On You Crazy Diamonds” senza che sprofondassero sotto il loro stesso peso. E questa secondo me è la vera grandezza dei Pink, l’elemento chiave che li distingue da tutti gli altri gruppi “psichedelici” dell’epoca. Non dimentichiamo tra l’altro che, come ha sottolineato lo stesso Gilmour ieri sul suo blog, “Us and Them” e “The Great Gig in The Sky” - due delle canzoni più rappresentative di “The Dark Side of The Moon”, perla indiscussa della discografia di tutti i tempi - sono state composte proprio da Richard Wright. In definitiva proprio quest’ultimo brano ci dà un’indicazione della sensibilità musicale di Wright (aimè troppo spesso sottovalutata) che, nel volgere di appena 4 minuti e mezzo, e con pochi ma intensi accordi, ci descrive in un linguaggio universale e con ineguagliabile forza il destino ineluttabile di ogni essere umano. Per quanto riguarda tutto il resto, che inevitabilmente verrà detto su Wright in questi giorni di ovvia ribalta mediatica, dalle accuse di tossicodipendenza all’isolamento imposto da Waters nel 1982 che definì il suo un “contributo musicale marginale”, vi invito ad ascoltare l’introduzione di “Sheep” (Animals – 1977) e farvi una vostra opinione. In quel paio di minuti al “Fender Rhodes” è racchiusa, a mio parere, tutta la genialità di un “grande modesto” musicista.
“Non ho paura di morire, in qualsiasi momento capiterà, non so quando.
Perché dovrei aver paura di morire? Non ce n'è ragione, prima o poi te ne devi andare...”.
Ciao Rick, arrivederci alla prossima vita.
Da lei mi farei toccare...
Che tristezza... Un burattino nelle mani della propaganda. E dire che fino a ieri provavo una certa stima. Ora ci mancava questa! Siamo tornati indietro di un secolo!
Le promesse di Berlusconi
lunedì 15 settembre 2008
Cuori Neri - parte 4
Cuori Neri - parte 3
venerdì 12 settembre 2008
Maledetto Buchetto Nero!
martedì 9 settembre 2008
Cuori Neri - parte 2
Cuori Neri - parte 1
venerdì 5 settembre 2008
Orgoglioso di voi!
ANCHE BEPPE GRILLO CI HA PUBBLICATI, LEGGETE L'ULTIMO ARTICOLO DI OGGI:
LA NUOVA ITALIA DEI COMUNI
Le cose si possono cambiare, non basta volerlo, abbiamo il dovere di provarci!
giovedì 4 settembre 2008
Disse la Luna alla Montagna
Disse la Luna alla Montagna:
"Dicono tutti che sono una lagna
pallida, bianca, sola soletta,
sempre volubile, sempre di fretta,
con una schiera di corteggiatori
che non potrebbero esser peggiori!
Gente romantica, poeti, artisti,
e più mi guardano più sono tristi!
Ma sono stufa, voglio cambiare,
io questa notte vado a ballare!"
Così, mostrando la faccia nascosta,
senza aspettare una risposta,
la Luna truccata con molta cura
(era nottambula già di natura)
rotolò in fretta davanti all'ingresso
di un bel locale di grande successo.
Ma sulla pista scoprì con dispetto
che non faceva un bell'effetto
in mezzo alla folla stare pigiata,
lei che era al cielo abituata.
Un bellimbusto, guardando appena
la bella faccia da luna piena,
disse: "Sei grassa, santa pazienza!
Non sei alla moda, non fai tendenza!"
Lei, permalosa, con lo stivaletto,
gli tirò un calcio proprio diretto;
poi, già che aveva il vestito da sera,
lasciò la disco per la balera.
Maramannara 2002
mercoledì 3 settembre 2008
Le parole sono importanti...
Avanti con la serie... "dove sono finiti?". Chi può denunciare la verità, l'oscenità del nostro paese? Chi ha il coraggio di andare contro questi personaggini ignoranti che dominano la classe dirigente di oggi, che sia politica o imprenditoriale? E noi? Riusciamo a tirare la testa fuori dalla melma? Voglio dire, quale deve essere il nostro compito più alto, come uomini, come uomini di questa particolare società? Avere una famiglia, dei figli, certo, ma può bastare? L'evoluzione si ferma qui, con questo semplice atto d'amore oramai eroico?
Le parole sono importanti, ci abbiamo messo tremila anni a dare un senso alle parole! Ma la nostra conoscenza è così fragile che basta un ricordo spezzato, un libro perduto, una generazione di talebani, 50 anni di televisione, un attento regime...
ps: la risposta al quiz del 1 settembre è: Thomas Mann - La morte a Venezia.
lunedì 1 settembre 2008
Quiz: caccia al libro
"La vivente palpabilità della raffigurazione, non impegnativa per lo spirito, costituisce il diletto delle masse borghesi, ma la gioventù appassionata e incondizionata è attratta soltanto dal problematico."
Questo è uno dei passaggi più significativi di uno dei miei libri preferiti. L'autore descrive un comportamento 'percettivo' assolutamente 'vero'. Sembra scritto oggi, sembra scritto da Pasolini, sembra che si riferisca alla formazione lobotomizzante dell'odiera cultura mass-mediatica, omologatrice e devastante ogni più alta, gravida e magnifica diversità. Mi riferisco soprattutto al verso che descrive il comportamento delle masse borghesi. Credo infatti che tale comportamento possa adattarsi perfettamente anche alla nostra "gioventù".
Invece no. Fu scritto parecchi e parecchi anni fa, nel secolo scorso. E' un grande classico. Fatevi incuriosire. Domani darò la risposta. Lo faccio raramente, quando non mi viene altro da scrivere...