mercoledì 25 febbraio 2009

Facebook - come volevasi...

Noi lo avevamo scritto, a modo nostro... (clicca qui).

Ora leggete questo articolo.

Sempre avanti!

6 commenti:

Anonimo ha detto...

bene, bene, bene... ah, come sono felice di non essermi iscritta!

Gibba ha detto...

..pare che abbiano fatto marcia indietro.. in ogni caso il commento in generale è stato "beh, chissene frega se hanno una mia foto e il nome della mia birra preferita, che se li tengano".. questo secondo me denota una cosa: la minaccia di una violazione del proprio diritto alla privacy fa meno paura dell'isolamento dalla "community". Non c'è niente da fare, saremo "suoi per sempre".

Neurasia ha detto...

hai colto il punto nodale... scusate se torno spesso su questa opera che ormai mi è entrata nel cervello, ma anche questa 'nostra' liofilizzata atrofizzazione del nostro senso della 'persona' e della nostra dignità individuale, mi ricorda tragicamente uno dei temi fondamentali della denuncia orwelliana... l'isolamento dalla 'community' come perfettamente scrivi tu, è ormai il 'lupo nero', il 'cattivo presagio' della moderna società dell'interconnessione... sembriamo sempre più i 'borg' di star trek o i cittadini di "Oceania", dominati da un collettivo oppressivo che disintegra ogni differenza individuale... questa è un'evoluzione forse 'naturale', ma che implica cambiamenti drastici e davvero temibili, come appunto la 'minaccia di una violazione' della propria libertà individuale... LIBERTA' E' SCHIAVITU' è il messaggio che inconsapevolmente l'era digitale sta trasmettendo e le persone cessano di essere individui per cominciare ad essere "utenti", "facce da libro", ... il lato oscuro della democrazia digitale che pareva aver sconfitto mille barriere, è proprio significato in quel "teleschermo che trasmette e riceve" e che ci assimila, giorno per giorno...

Mara ha detto...

A me non sembra che ci sia nessuna evoluzione e nemmeno involuzione... l'essere umano ha bisogno del branco, oggi lo fa ANCHE attraverso Internet. E' la tecnologia che si evolve in fretta, non l'anima delle persone.

Se fossimo più consapevoli di come usiamo i mezzi di informazione cambierebbe molto... ma in realtà la maggior parte della gente non è consapevole nemmeno di essere al mondo!
:-)
Ieri parlavamo proprio di questo a pranzo: i miei raccontavano che il male c'era anche una volta, soltanto che si conosceva solo il male vicino, oggi invece se qualcuno combina qualcosa di brutto dall'altra parte del mondo lo sappiamo in tempo reale...

Invece, che nel mio paese la famiglia di macellai avesse ammazzato il contadino per rubargli i buoi prima della guerra... si è saputo solo quando gli eredi hanno fatto i lavori di ristrutturazione della vecchia casa, ed è saltato fuori il cadavere... ormai i responsabili erano morti pure loro da mezzo secolo...

Anonimo ha detto...

però forse c'è un elemento nuovo: io credo che stiamo assistendo a un crack evolutivo dovuto a un salto tecnologico storico - l'era della interconnessione virtuale - che sta influenzando abitudini e addirittura il nostro brainframe. se le nostre generazioni hanno sviluppato determinati meccanismi di difesa, certamente le nuove generazioni no e l'evoluzione umana, lenta per definizione, in questo caso sta procedendo a tappe forzate e da qui deriva una sorta di crack, di gap tra la nostra capacità di assimilare i mutamenti in nuove funzioni fisiologiche (adattamento) e la velocità del progresso tecnologico. fa fede un recente studio di una psicologa inglese di cui mi ha dato notizia il Gibba per cui i ragazzi rischiano di regredire allo stato 'infantile'... e ciò vale per tutte le nostre sfere, a parte quella più intima e individuale, anche quella 'sociale' è in qualche modo a rischio, ad esempio l'ambito della nostra privacy e il nostro senso dell'individualità.

Mara ha detto...

Mi piacerebbe leggere lo studio di quella psicologa che hai citato... da parte mia, per quello che posso vedere, i ragazzini tra i 12 e i 14 anni sono certamente molto immaturi... ma spesso non usano Internet. Stanno invece molte ore davanti alla TV o ai giochi elettronici... praticamente sono lasciati soli. Credo sempre di più che avesse ragione Bruner: la conoscenza e il progresso si hanno solo attraverso dinamiche sociali, cioè ci vuole l'adulto che accompagni il bambino e poi l'adolescente verso l'apprendimento.
E' una teoria affascinante, e la credo vera. Gli adulti sono distratti da troppe cose in questa società ridondante e lasciano le nuove generazioni allo sbaraglio. Se lasciamo che la TV ci sostituisca nell'educazione dei nostri figli, non possiamo stupirci se poi vogliono diventare tutti veline e calciatori, da grandi...