giovedì 25 giugno 2009

Uomini stereotipo

Sono circondato da uomini-stereotipo.

Mi giro di qua, toh! il professionista della finanza, 43 anni, manager di medio livello, incapace di capire altro nella vita che i suoi amatissimi prodotti strutturati. Lui è capace di valutare tutto e di non comprendere nulla! Però accidenti se è spigliato. Ha lo sguardo assassino, occhietti chiari, piccoli, rotondi, alto uno e novanta e passa, lo chiamano 'cavallo pazzo' perché ha le gambe che sembrano due parentesi tonde (con il vuoto in mezzo) e perché a volte sclera.

Qui nell'ambiente è un figo, per me è solo uno sfigato, nemmeno di quelli più involontariamente comici, quindi doppiamente penoso, ha bisogno di alzare la voce per comunicare al mondo quello che lui, intimamente, sa di non essere, ovvero uno che conta veramente, se non altro per se stesso.

La sua finta autostima è cresciuta a dismisura negli anni d'oro della finanza, dalla fine degli anni ottanta fino alla fine degli anni novanta, quando si vendeva tutto, gli istituti di credito sembravano il mercato del pesce al venerdì...

"signo' bello belloooo, calamariseppiegamberoni, freschifreschi, quindicimilalireilchilo! signooooooooo".

Ora guadagnerà quei settanta ottanta chili lordi l'anno, che se lo cacciassero a pedate farebbe fatica a trovarsi qualcos'altro da fare. In effetti che sa fare? Beh qualche capacità ce l'ha, a pensarci su: sa strisciare benissimo, lo si capisce dalla postura un po' gobba, sa leccare, lo si vede da come scodinzola con la lingua, probabilmente è un po' zabetta, ha sempre le antenne dritte (si sa mai), basta vedere i padiglioni auricolari ben sviluppati e le orecchie appuntite. Dovessi trasformarlo in un personaggio Fantasy, mi verrebbe sicuramente in mente una specie di verme, oppure un goblin, considerato anche il naso adunco e il fisico un po' rachitico. Si, un goblin eccezionalmente alto.

Mi giro di là... che tristezza! la gallina d'ufficio, quella che non fa le uova, ma per il resto sa fare tutto, proprio tutto, tranne lavorare si intende (almeno nel senso che richiederebbe il contratto di lavoro). Non ne ha bisogno. Anche lei sa usare benissimo la lingua. Oddio, io non l'ho mai sperimentato di persona, ma le voci corrono velocissime in certi ambienti. Tutti sanno della sua arte dal momento esatto in cui lei stava terminando il suo primo lavoretto da sotto-scrivania. Per questo ha fatto una certa carriera, più che altro rapida seppur non esaltante, perché è pericoloso far crescere troppo certe 'professioniste' (professionalmente incompetenti, farebbero danni, potrebbero ricattare, invecchiano male).

Presenzialista quando c'è lui, il grande capo, assenzialista quando il capo è in ferie, e non per forza perché stanno in ferie assieme. Lavora tanto, fino alle venti, tutte le sere. A casa in genere l'aspetta il cane, oppure il marito cornuto. Per questo può fare tardi. E il tempo non basta mai: vuoi mettere? puoi immaginare la fatica di sfogliare cinquecento foto e scegliere quelle da stampare per una che con il computer ha la stessa confidenza che può avere un pinguino con lo smalto per le unghie?

5 commenti:

Emanuele ha detto...

Che ambientino con i fiocchi! Trasudi felicità massi..

Massimiliano ha detto...

ho un concetto molto particolare della felicità... :)

per me il lavoro è lavoro... l'ironia serve a velare di comicità situazioni che altrimenti potrebbero infastidirti, invece così ti lasciano abbastanza indifferente, quindi, no, non soffro. :)

credo che la felicità sia come un soffio di brezza, in una giornata di caldo, come una carezza in un momento di malinconia, oppure come il sorriso di una sconosciuta mentre stai facendo la fila per pagare la bolletta...

le persone sempre felici o sempre tristi nascondo un qualcosa di inquietante.

:)))

Mara ha detto...

Interessante... la definizione di felicità. Invece gli stereotipi non sono interessanti. Sai che è uno dei primi argomenti che affronto con i ragazzi di prima media?
"Gli stereotipi: come superarli"
;-)

Massimiliano ha detto...

già, ma parlare di stereotipi non significa parlare per 'stereotipi' :) ovvero, io credo che gli stereotipi esistono proprio perché esistono gli uomini-stereotipo o comunque perché è più semplice discutere di verità approssimative (le verità sono sempre relative) utilizzando le generalità. e comunque considero gran parte delle persone che conosco e che incontro dei grandi esempi di stereotipicità. chissà perché, parlando-mangiando, 'certa gente' la trovi sempre, inevitabilmente, la trovi proprio come te l'aspettavi. c'è un capo maschio arrivista vestito male sui 40/50 anni settore pubblico o privato è indifferente, banca o azienda agricola è lo stesso, allora sicuramente troverai certi personaggi che gli girano attorno. gli uomini mi sono diventati personaggi, perché aumenta la mia misantropia forse. d'altra parte, per fortuna, non tutti sono pazzi come me. ;)

Mara ha detto...

Se tutti fossero pazzi, però, ognuno lo sarebbe a modo suo... :-)