Oggi ho letto una notizia aberrante. Due anziani genitori di Teramo si sono suicidati. Il figlio aveva perso la casa per via dei debiti con Equitalia e le banche.
Ma cosa siamo diventati? Possibile che la vita e la dignità di un uomo non valgano più di un mutuo? Perché abbiamo perso la speranza che la nostra comunità ci ascolti e ci aiuti, ci protegga?
Siamo solo materiale umano? Compratori? Portatori di voto?
Il gesto estremo di due genitori, un figlio disperato, una comunità sorda, una nazione matrigna che abbandona i suoi figli nel bidone dell'euro-spazzatura.
Il patto sociale regge solo se le istituzioni proteggono i propri cittadini: a partire dai comuni, fino ad arrivare al Governo, chi ha la responsabilità di governare deve per primo ascoltare i bisogni dei più deboli, come farebbero un padre e una madre con i propri figli.
Non ne posso più.
I politici rappresentano ormai una classe sociale a parte, che difende solamente il proprio status.
E dove sono gli uomini e le donne che hanno a cuore questo paese? Stiamo tutti al riparo, nella nostra cuccia, sperando che passi la tempesta. Non è più tempo di rintanarsi. E' necessario che ognuno di noi si senta responsabile della vita della propria comunità, come della propria famiglia.
Il fondamento di ogni giustizia sociale è la libertà e la libertà è partecipazione. Aspettare che qualcuno si occupi di noi è solo un'illusione che porta al disastro.
Difendiamoci. Noi cittadini rappresentiamo la comunità! Abbandoniamo i salotti, troviamoci nelle piazze, nei quartieri, chiediamo il conto ai nostri sindaci, ai nostri governi. I nostri fratelli non possono morire impiccati per un mutuo!
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