mercoledì 8 agosto 2012

Il branco, la propria comunità, il nostro paese ...

Oggi ho letto una notizia aberrante. Due anziani genitori di Teramo si sono suicidati. Il figlio aveva perso la casa per via dei debiti con Equitalia e le banche. 

Ma cosa siamo diventati? Possibile che la vita e la dignità di un uomo non valgano più di un mutuo? Perché abbiamo perso la speranza che la nostra comunità ci ascolti e ci aiuti, ci protegga?

Siamo solo materiale umano? Compratori? Portatori di voto?

Il gesto estremo di due genitori, un figlio disperato, una comunità sorda, una nazione matrigna che abbandona i suoi figli nel bidone dell'euro-spazzatura.

Il patto sociale regge solo se le istituzioni proteggono i propri cittadini: a partire dai comuni, fino ad arrivare al Governo, chi ha la responsabilità di governare deve per primo ascoltare i bisogni dei più deboli, come farebbero un padre e una madre con i propri figli.

Non ne posso più. 

I politici rappresentano ormai una classe sociale a parte, che difende solamente il proprio status.

E dove sono gli uomini e le donne che hanno a cuore questo paese? Stiamo tutti al riparo, nella nostra cuccia, sperando che passi la tempesta. Non è più tempo di rintanarsi. E' necessario che ognuno di noi si senta responsabile della vita della propria comunità, come della propria famiglia. 

Il fondamento di ogni giustizia sociale è la libertà e la libertà è partecipazione. Aspettare che qualcuno si occupi di noi è solo un'illusione che porta al disastro. 

Difendiamoci. Noi cittadini rappresentiamo la comunità! Abbandoniamo i salotti, troviamoci nelle piazze, nei quartieri, chiediamo il conto ai nostri sindaci, ai nostri governi. I nostri fratelli non possono morire impiccati per un mutuo! 




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