mercoledì 31 marzo 2010

Il pessimismo comico

Oggi mi sento di poter abbracciare una nuova filosofia: il pessimismo comico.

Potrebbe essere una variante, umile e volgare, del pessimismo cosmico del Nostro grande poeta.

E l'uom d'eternità s'arroga il vanto.

Ci devo pensare un po' su... L'ispirazione mi è venuta in questi giorni: ho scoperto (non ci voleva granché, in effetti) che senza grandi aspirazioni nella vita, o illusioni di ricchezza, salute, bellezza, ecc..., la vita appare assai più leggera.

Comunque non è certo una novità, ho fatto una breve ricerca e l'elemento più interessante che ne ho ricavato è questo estratto da una tesi intitolata:

"Il pessimismo... comico di Charles Chaplin"

[...]

La ricerca introspettiva accomuna numerosi artisti e forse proprio per questo li rende profondi a tal punto da spingere la conoscenza dell’animo umano fino a livelli impensabili per i comuni mortali. Possiamo mettere a confronto l’attore britannico Charlie Chaplin con la poetica di Leopardi, sottolineando sia gli aspetti similari quanto le difformità concettuali. Analizzando la vita del maestro della pantomima attraverso il cartaceo e le pellicole, si nota come, anche in lui, esista una sorta di pessimismo; tuttavia, se Leopardi rinforza il proprio malessere attraverso le opere letterarie con toni sempre più cupi, Chaplin cerca di sdrammatizzarlo ridendoci sopra. Le comiche chapliniane poggiano solitamente su un argomento tragico, nel quale la comicità prende rapidamente il sopravvento su di esso mentre, al contrario, nella vita di tutti i giorni è il dramma che si intrufola spezzando gli attimi di spensieratezza. Ciò non rispecchia la natura dell’artista anglosassone, per cui l’atto di sdrammatizzare è essenziale sia nel privato che nel personaggio del vagabondo.

[...]

 
 
Bye bye!
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