lunedì 15 novembre 2010

Errando - Un primo ipertesto...

Masaccio - Cacciata dei progenitori dall'Eden - S. Maria del Carmine (FI) - Cappella Brancacci

Errare.

Dal greco èrrein, vagare senza direzione, nel buio, ingannarsi e deviare dal vero...
Qualcosa che ha a che fare con il celarsi delle cose.
Qualcosa che ha a che fare con l'oscurità.

Fonte: Vocabolario Etimologico Pianigiani

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Citazioni scelte:

Chi opera per sincera coscienza può errare, ma è puro innanzi a Dio. (Silvio Pellico)

Errare è umano. Dare la colpa a un altro ancora di più. (Legge di Jacob)

L'errore e il male devono essere sempre condannati e combattuti; ma l'uomo che cade o che sbaglia deve essere compreso e amato. (Papa Giovanni Paolo II)

L'errore parla con la doppia voce, una delle quali afferma il falso, ma l'altra lo smentisce. (Benedetto Croce)

Fonte: http://it.wikiquote.org/wiki/Errore

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La locuzione latina errare humanum est, perseverare autem diabolicum, tradotta letteralmente, significa "commettere errori è umano, ma perseverare [nell'errore] è diabolico". La frase è entrata nel linguaggio comune, come aforisma con il quale si cerca d’attenuare una colpa, un errore, purché sporadico e non ripetuto. Sostanzialmente essa si rifà (anche se non letteralmente) ad un'espressione di sant'Agostino, anche se esistono diversi antecedenti in latino precristiano.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Errare_humanum_est,_perseverare_autem_diabolicum


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"La realtà umana si percepisce come essere incompleto nella sua venuta all’esistenza. [...] La realtà umana è superamento continuo verso una coincidenza con se stessa che non è mai data."

Fonte: Sartre, L’essere e il nulla.

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Alcuni concetti:

Il primo errore che sperimenta l'uomo è l'insanabile distanza con il mondo, attraverso l'esperienza del dolore; la sofferenza come consapevolezza di questa distanza.

Possiamo nascondere il dolore, eluderlo stoicamente, ma non possiamo non averne coscienza; questa coscienza del dolore è anche il primo inequivocabile segnale dell'impossibilità ontologica della conoscenza. Se c'è una distanza tra noi e il mondo, c'è una distanza tra noi e la nostra possibilità di conoscere il mondo (l’errein, l'errare ha a che fare con qualcosa di celato, nascosto). Il peccato originale è il voler colmare questa distanza.

Il peccato (in senso moralistico) o la colpa (in senso più ampio) non è quindi l'errore in sé ma piuttosto il perseverare nell'errore, consapevolmente.

Fonte: Neurasia.

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Nella Ginestra, del 1836, Leopardi ribadisce che la Natura non ha per gli uomini riguardo maggiore di quello che ha per le formiche: eppure "l'uom d'eternità si arroga il vanto".

Non ha natura al seme - Dell’uom più stima o cura - Che alla formica

E sotto il titolo il poeta riporta una citazione evangelica: E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce

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Basso profilo finale (nulla di teoretico):
Il popolano dice che dobbiamo parlare del nostro passato cercando di scindere le colpe dai semplici errori. E inevitabilmente tenta così di "riparare"... Ma se non è necessario giustificare questi benedetti errori (perché furono in buonafede), perché parlarne con benevolenza!? Questo benevolo discorso a posteriori non è un errore, é un peccato!

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