lunedì 29 ottobre 2012

#Berlusconi #ancoratu - selezione di Neurasia

Selezione dei twit più spettacolari:

- Ieri sera ho ricordato dove avevo già visto quegli occhi drammaticamente tirati all'insù: Gloria Swanson in viale del Tramonto
- L'urlo di Silvio terrorizza l'occidente 
- Berlusconi parte per il Kenya. Dopo tre giorni è resort
- Berlusconi si era ritirato "per amore dell'Italia". Poi ha deciso di fare un po' di stalking 
- Lo spread sale, ma guarda un po' 
- Napoleone, dopo la sconfitta di Lipsia, abdicò e andò all'Elba. Poi decise di riprovarci, e fu Waterloo
- Condannato a quattro anni per frode fiscale vuole riformare la giustizia e il sistema tributario. Per il bene del paese
- Dlin dlon... "Ciao sono Silvio". Bruno Vespa: "#Ancoratu?"
- Tutto sto casino per esonerare Allegri
- Nell'ultimo giorno di ora legale. Non può essere una coincidenza
- Su Sky #Berlusconi si ritira. Su Sky+1 si ricandida
- Comunque #Berlusconi è in anticipo i morti resuscitano il 31 ottobre.
- Berlusconi fa dietrofront e annuncia il ritorno in campo. Ora è il momento del paletto di frassino
- Le dichiarazioni di Berlusconi a borse chiuse sono sempre le migliori.
- Ieri non si candidava per il bene dell'Italia. Oggi si candida per il bene suo. Niente di nuovo, nonostante la pioggia.
- Ghe pensi bis
- Ritorno al fu duro
- Sono obbligato a restare in campo. Cosa non si fa per evitare una condanna... 

venerdì 26 ottobre 2012

Le cose finiscono

Le cose finiscono, non è vero che si trasformano. Non mi interessano la materia e lo spirito. I nostri occhi non vedono la chimica, noi sentiamo la gioia e la sofferenza. Ciò che nasce, che vive e che muore davanti ai nostri occhi e che non torna più. Ogni legge umana sulla fisica e sugli elementi non è altro che metafisica, ma la rappresentazione dei nostri affetti non è metafisica, è qualcosa di reale. Io non sento il flusso delle cose, sento il miracolo delle immagini, delle parole, dei volti. Sento il freddo di quell'attimo in cui tutto finisce, sento il vuoto della vita quando cadono le foglie. Sento la gioia infinita e istantanea di un sorriso. Non voglio l'illusione della materia che rimane o si trasforma, perché le cose finiscono ... Vivo la vita che nasce e che muore ogni istante. E' difficile non impazzire, ma preferisco diventare matto piuttosto che vivere nell'illusione.

venerdì 19 ottobre 2012

Povera Patria ...

Parafrasando una famosa frase di Calvino, potremmo dire che questa stupenda canzone di Battiato è un classico, perché non finisce mai di dire quel che ha da dire.

giovedì 18 ottobre 2012

Anche il Trap legge Neurasia!!!

 

La frase: "è il frate che fa il saio" è evidentemente presa da questa opera prima apparsa su Neurasia quasi tre anni prima dell'intervista al Trap!!!

 l'uomo bidimensionale

martedì 9 ottobre 2012

Della vecchiaia e della comunicazione

Tre età dell'uomo (Tiziano)


"Sei vecchio quando cominci ad assomigliare a tuo padre." 

Dove l'ho sentita? In un film, da un amico? Boh, non ricordo... E comunque ricordo di essermi chiesto e perché non a tua madre?

Immagino che l'espressione sia conseguenza di un retaggio culturale dove la figura maschile era predominante. 

In ogni caso è un pensiero su cui riflettere. Ad esempio ora che sono padre, mi domando spesso che tipo di influenza sto esercitando su mia figlia. I bambini sono spugne, devono assimilare tutto in fase di crescita. Certo poi interviene quel quid che non sappiamo ancora definire e si crea nel tempo una personalità distinta. 

La personalità ... Che cosa incredibile! 

Ogni testa è un mondo. Questa frase me la disse una volta un mio caro amico. Essere se stessi, con la consapevolezza che questa cosa vale per tutti. L'identità di un'altra persona è uno spazio che non potremo mai cogliere con la nostra personalità, con le nostre idee, i nostri progetti e i nostri sentimenti. 

Ed è un motivo di impossibilità della comunicazione. Sia verbale che non verbale. Infatti gli uomini passano il tempo a non capirsi. L'unico linguaggio che funziona - e non sempre! - è il linguaggio macchina. Perché non è un linguaggio comunicativo, ma unidirezionale, inputazionale. 

Sto divagando. Tornando all'inizio, penso che la vecchiaia sia una forma di sintesi, una macro fase finale dell'elaborazione del lutto della vita. Una lunga elaborazione, che comincia fin dalla nascita, quando siamo completamente isolati dal mondo, se non per quel respiro che riconosciamo subito e a cui ci aggrappiamo con tutte le nostre forze. 

A un certo punto riconosciamo e accettiamo in noi alcuni tratti distintivi della nostra vita, dei nostri genitori, delle cose che abbiamo vissuto e che ci hanno modellato nel tempo. Sono i nostri oggetti più intimi. Probabilmente per anni abbiamo negato e poi lottato più o meno inconsapevolmente con qualcuno di questi oggetti: il naso che non ci piace, quella smorfia che mal sopportiamo, qualche piccola ossessione ... 

Si, forse è proprio così. Arriva un momento in cui riconosciamo e accettiamo, con tenerezza, alcune caratteristiche del nostro essere, della nostra personalità. Allora comincia la 'vecchiaia', quella vera, non quella anagrafica. Cominciamo a comprendere in maniera profonda quelli che finora erano solo concetti indefiniti, cose come destino, fede, amore, poesia, ... Non sto dicendo che questi concetti assumono i tratti della Verità, ma che vengono percepiti in maniera meno volgare, meno istintiva e per di più liberi da quel velo di pretesa razionalità tipico della fase adulta della nostra vita.

Questa nuova e diversa consapevolezza incide anche nelle nostre forme di comunicazione. I vecchi sono più saggi, assumono un linguaggio più simbolico ed evocativo, oppure ordinano e basta, senza preoccuparsi della effettiva accettazione razionale da parte dell'altro. Il linguaggio evocativo è tipico del saggio, che fa leva sulla nostra irrazionalità, sul nostro desiderio di Amore (per noi stessi e in tutte le sue forme), di gran lunga dominante rispetto alla ragione e alla logica. L'ordine è simile al linguaggio macchina, ma siccome non siamo ancora macchine, perché sia efficace deve essere anch'esso trasmesso con un linguaggio evocativo. Del genere: o mangi questa minestra o salti dalla finestra ... Perché in fondo non smettiamo mai di essere bambini ... Infatti i vecchi e i bambini tra loro comunicano molto meglio che non le persone di mezzo, quelli che ancora stanno negoziando tra ragione e fede ...

;)